Ogni vento ha un nome, nasce da una rosa che ha sui petali i punti cardinali, come se ci fosse un fiore che sta nel cielo, come se quel fiore avesse un respiro. Questo vento soffia da giorni. Soffia in tutti i cieli del mondo, in tutte le città e in tutti i deserti. Sta scuotendo ogni angolo di questo pianeta. Soffia in ogni continente, su ogni mare, su ogni oceano. Per strada le auto ribaltate strisciano sull’asfalto tra scintille pirotecniche come se ci fosse qualcuno al volante che ancora riesce a farle correre oltre i limiti di velocità, così come sono con le ruote per aria. Quelle che si fermano, lo fanno solo in un ultimo schianto, quando si trovano davanti qualcosa che non è volato via con il vento. I guidatori che si sono salvati sono usciti dai finestrini lanciandosi come stunt man che tentano il miracolo. Le cose più leggere non toccano terra da quando questo vento ha iniziato a soffiare: ci sono sacchetti gonfi come mongolfiere, tutte le foglie che stavano sui rami degli alberi e biciclette senza ET sul sellino. Non ci sono uccelli, chissà dove sono. Donne, uomini e bambini sono dentro le proprie case, sotto quel che resta del tetto. La tv e la radio non trasmettono dal primo giorno, non funzionano neppure i telefoni. Il cielo è sereno e la notte si è riempita di stelle da quando le luci artificiali sono cadute sul campo, mentre il vento vince sempre ogni battaglia perché la follia è la sua forza. Il vento non ha paura. Ha portato il silenzio. La sua voce è l’unica voce oltre a quella dei pensieri. Non c’è modo di sapere più niente di quello che sta fuori dalla propria testa e dalla propria porta. La rete elettrica è saltata in aria e con lei l’informazione, i media e la world wide web. Il vento è più folle di ogni uomo, di ogni amore folle e più folle del mio che è il più folle di tutti. Guardare il suo spettacolo di distruzione contro tutto quello che avevamo alzato a nostro comodo e a nostra immagine e somiglianza, restando in piedi davanti alle finestre che hanno ancora i vetri, nelle stanze dove le porte sono state barricate prima che lui arrivasse a sfondare ogni resistenza, è come aspettare che prima o poi il nascondiglio che hai trovato sia scoperto, mentre un esercito che si è già preso tutto ora sta girando nelle tue stanze.
Ti guardo mentre dormi, la coperta che hai addosso astrae le tue forme. Io le riconosco anche così. Anche in queste notti in cui tu mi dormi accanto nel buio di ogni luce, riesco a vederti nelle mie carezze. Tu sei la mia primavera. Tra le mie foglie e i tuoi fiori è nascosto un nido che ospita la vita. Me l’hai detto in giardino, il giorno prima che questo vento cominciasse a soffiare, quando ancora il giardino aveva la tua stessa bellezza e i tuoi colori erano in ogni fiore che sbocciava. Nostro figlio avrà i tuoi occhi neri e tra i tuoi riccioli cresceranno le sue idee. Avrà la tua anima e la tua forza, la tua intelligenza e la tua saggezza. Perché sarà migliore di me.
Il vento ancora non ha tregua, ma se ti abbraccio trovo la mia. Sono stato vento anch’io. Prima di incontrarti ho distrutto chiunque e qualunque cosa mi fosse vicino. Non ho amici, non ho fratelli, non ho padre e non ho madre. Non ho mai avuto amore per nessuno, neppure per me stesso. Quando ti ho incontrato ti ho soffiato contro per tenerti lontano. Nel mio deserto ero al sicuro. Ma la primavera quando arriva mette le sue gemme e radica la vita sulla morte. Anche la primavera non ha paura. Hai soffiato il vento nel mio cuore e il vento era più folle di me.
Fuori vedo un uomo che cade e si rialza ad ogni passo, sbatte nei muri come un ubriaco, ma ha il sorriso sulle labbra. Quando mi vede alla finestra prova a raggiungermi e mi grida qualcosa che non posso sentire, forse chiede aiuto. Arriva più vicino, si sdraia sull’asfalto e continua a gridare, io accosto l’orecchio al vetro «Nienteeee! […] più niente!». Se fuori ora c’è un deserto non è il mio.
Quando ti svegli dico che vorrei prenderti per mano, portarti fuori, volare senza ali con il vento. Ma tu mi guardi e ridi, dici che sono folle e non sai che se non fossi così folle non ti avrei mai amato.
