Questa città ha strade larghe e deserte, sembrano il letto di un fiume prosciugato, che si è svuotato in mare ed è rimasto in attesa che una pioggia mai più caduta lo colmasse. Lo stesso vuoto che resta quando una carezza che ci si aspetta non arriva. Cammino con passi veloci, so dove sto andando e respiro con l’aria la polvere di quello che non tocca più nessuno. Passo rasente ai muri restando in una striscia d’ombra sotto i tetti, la luce mi abbaglia anche se indosso gli occhiali da sole, ho un abito giallo che mi veste di una gioia sconosciuta e pochi oggetti nella borsa che sciaguattano come pesci vinti alla fiera di paese. Quando arrivo alla casa dal muro rosso il suono del passaggio a livello annuncia un treno che non è mai partito e con cui mio padre mi avrebbe dovuto raggiungere, affretto il passo senza guardarmi intorno. Il numero 45 è scritto con vernice bianca. La finestra dell’atrio ha il vetro colorato e decori di fiori che profumano di campo, fuori la città è sparita e al suo posto c’è una striscia di prato che finisce sulla riva di un corso d’acqua. C’è una barca vuota a riva. Nella casa la donna anziana ha un passo lento e mi viene incontro senza vedermi, non alza la testa dal suo libro di preghiere e ha un volto stretto come una spaccatura nella roccia. Mio padre qua è stato bambino. Lo trovo in una stanza dal pavimento di legno mentre sta giocando sopra il grande tavolo di mogano. Lo prendo in braccio e gli racconto una fiaba che non ho mai sentito uscire dalle sue labbra per me. C’era una volta una bambina dai capelli neri come i rovi d’inverno, come lo sguardo della gente e i pensieri di sua madre. Era nata come erba incolta tra le rovine di un castello abbandonato dal suo re, quel re era suo padre ed era partito prima che lei nascesse in cerca di una nuova sfortuna. Era stata allevata dai fantasmi che abitavano sua madre e nutrita di sogni che non potevano essere desideri. Anche il re era sempre stato un suo sogno. E anche il re non poteva essere un suo desiderio.
Via della Pietà era dove abitava con sua madre. Stavano in una casa piccola con le finestre sempre chiuse, in un disordine voluto come una scelta di vita. Non incontrava mai sua madre nei sogni che faceva. Sua madre i sogni li disertava perché diceva che di illusioni se ne trovano già abbastanza ad occhi aperti. La gente le guardava quando uscivano per strada, sembrava che le aspettassero per stare sulla porta con le labbra strette in una muta maldicenza. Tutti aspettavano che sua madre commettesse un gesto estremo per spargere le sue ceneri e sputare una pietà d’occasione sulla sua tomba. Invece sua madre cambiò i piani stabiliti dalla gente e un giorno lasciarono per sempre la via della Pietà con una vincita milionaria alla lotteria nazionale stretta in pugno. Forse anche quello era stato il sogno di qualcuno, non di sua madre che non ne aveva, ma c’era qualcuno al mondo che aveva fatto un sogno per loro.

La ragazza dai capelli neri e i tacchi alti camminava per Beacon Hill in lungo e in largo, danzava in un abito giallo, si agitava a tal punto che ad ogni passo piccoli pesci guizzavano fuori dalla sua borsetta e stramazzavano al suolo, fra le ruote delle auto e le scarpe di chi la incontrava. Cercava una via che lì c’era sempre stata e che ora non c’era più. «Dov’è finita via della Pietà?» chiese mettendo la testa dentro la porta di un negozio di alimentari. La gente nel negozio la guardò senza darle risposta, solo una donna alzò la voce girandole per prima le spalle «Mi aggiunga una confezione di burro». La ragazza chiuse la porta e si diresse per Back Bay infilando a fondo le mani nei guanti come per imprigionare un ricordo che sfugge dalle dita. Sul tavolo di mogano dove giocava suo padre, nella casa al numero 45 di via della Pietà, c’erano sempre dei quadretti di burro posati nella vaschetta del ghiaccio, come il sorriso smarrito da un gigante, la sostanza di un sogno svanito in un’alba prematura. «Dov’è finita via della Pietà?» chiese ancora la ragazza affacciandosi dentro al finestrino di una Ford verde parcheggiata in doppia fila. Ma non c’era il guidatore e non ebbe risposta.
A notte fonda la ragazza ancora camminava tra Beacon Hill e Back Bay ed era rimasta da sola per strada. «Dov’è finita via della Pietà?» chiedeva a se stessa, «Ma dove siete finiti tutti?». Raccolse i pesci sul marciapiede come briciole sopra un sentiero, il suo passato e tutta quella gente che non c’era erano forse un alibi per lasciarsi qualcosa alle spalle e andare avanti a cercare se stessa in un futuro.

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