Luca
È il primo giorno di neve a Londra, è più facile seguirti stamani. Hai un passo veloce, ma non posso perderti. Ci sono le tue orme che ancora nessun altro mi nasconde. Hai la sciarpa alta fin sotto gli zigomi. Fragole infinite sono spalmate sulle tue guance rosse per il freddo. Tu sei profumo di petali rossi. Come nei giardini di maggio, in Italia, quando ti ho incontrata per la prima volta. Mi hai sorriso perché ti eri persa e sei arrossita perché non riuscivi a spiegarti. Cercavi il tuo albergo e io te l’ho trovato. Poi ti ho accompagnato sul ponte perché te lo sei disegnato sulla mano e ti ho scattato una foto perché era il tuo ultimo giorno a Firenze. L’aria ferma del primo pomeriggio ha imprigionato anche il tempo. Sono tornato lì dove ti avevo incontrata e ci sono rimasto ancora per un’ora. Fissavo nell’aria, dove non eri più, le fragole fuori stagione che ti avevano colorato nel primo giorno più caldo. Sono partito con te, per Londra, il giorno seguente. Ora di te conosco ogni abitudine. Quando sei allegra ascolti i Beatles e quando sei triste John Lennon. Ti strusci spesso le mani sugli abiti prima di toccare qualsiasi cosa. Compri enormi quantità di miele, ogni volta che fai la spesa ne prendi un barattolo. T’immagino la sera prima di consegnarti al sonno, dentro a una tazza fai cadere il miele dal cucchiaio. Una tazza fumante che scioglie ogni resistenza. Bevi la tua dolcezza. Penso che tu ne abbia ricevuta ben poca da quelli che ti sono stati intorno.
Amy
È il primo giorno di neve a Londra, per te è più facile seguirmi stamani. Mi affretto perché mi imbarazza il tuo sguardo, lo sento che si appoggia sulle spalle. Non ti sei accorto che ho ripreso la stessa strada, imboccandola dal lato opposto per percorrerla di nuovo. Dopo le mie ci sono le tue orme, che ancora nessun altro mi nasconde. Anche tu hai la sciarpa alta fin sotto gli zigomi, come me. Ho le guance rosse come fragole, tante fragole. Arrossisco come una bambina ogni volta che ti scorgo. Come in Italia, a maggio, quando ti ho incontrato. Ti ho sorriso perché non sapevo che faccia fare e sono arrossita anche quella volta. Mi ero persa e tu hai ritrovato la mia strada. Ero in Italia in vacanza ed era il mio ultimo giorno. Cercavo il fiume per lanciare un desiderio dal ponte, come a Roma avevo fatto con una monetina, me lo sono disegnato sulla mano per farti capire. Mi hai scattato una foto e mi sono innamorata. Sei rimasto stampato su quella foto anche se stavi dalla parte opposta dell’obiettivo. Sei partito con me il giorno seguente, ti ho visto all’aeroporto. Ora conosci, di me, quasi tutto quello che faccio. Quando sono allegra ascolto John Lennon, perché se sono giù mi mette malinconia. Quando sono triste ascolto i Beatles per tirarmi un po’ su. Ho quest’abitudine di stirare sempre gli abiti con le mani per sentirmi a posto come non mi sento mai. Ogni volta che faccio la spesa compro un barattolo di miele perché non voglio rischiare di rimanerne senza. La sera prima di dormire faccio un gioco. Faccio cadere il miele dal cucchiaio dentro una tazza fumante. Conto fino a dieci e se cade prima spero che il giorno seguente tu ti avvicini e mi parli. Vorrei sciogliere la tua resistenza con una magia. Ti cerco dentro il miele caldo e bevo la tua dolcezza. Ne ho sempre avuta ben poca dagli altri che mi sono stati intorno: mosche attirate dalle fragole solo per farne marmellata.
Di te non so niente e forse non saprò mai niente. Se un giorno non ti sentirò dietro di me saprò che sei ripartito. Alzerò lo sguardo e il cielo mi racconterà di te.

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