Il vento rianima le foglie morte, che staccate dai rami e cadute a terra ora si rincorrono in un giro d’aria, come cuccioli che cercano di prendersi la coda. Il vento si incrudisce tra i rami, striscia e spazza, sbatte e spezza, distrugge quello che era stato un nido. Sul viale di alberi nudi c’è una donna ormai anziana, è fatta di polvere e da lontano è quasi invisibile, prende colore solo quando esce dall’ombra e passa tra i raggi di sole. Quella è Sally. Da giovane aveva lunghi capelli neri, erano onde di mari hawaiani che allora il vento amava intrecciare come se solo per lui fosse un’eterna bambina. Rideva di scemenze e di battute grasse, quando rideva riempiva la stanza e la addobbava a festa come se per ogni scemenza ci fosse da festeggiare. Piaceva proprio per questo, l’avevano amata bravi ragazzi e mascalzoni, ma lei non aveva ricambiato mai nessuno. Poi un giorno si accorse di qualcuno che le sfuggiva lo sguardo in una sala da ballo, dove i passi si staccavano su piastrelle sconnesse che suonavano tutto un altro ritmo sotto la melodia delle canzoni. Lui non era bello, ma rimase turbata da quello sguardo che la toccava un secondo prima di girarsi dall’altra parte, come fa il vento.
E fu in una domenica in cui non si aspettava niente, tra camicie sudate e nebbia di sigarette, che gli sorrise per la prima volta, mentre suo fratello puntava una bionda innaturale. Ancora non sapeva che lui era proprio quel vento che si incrudisce tra i rami, che batte e che spezza.
Nell’età più incerta dei mutamenti, lei non era un piccolo bozzolo dalle piccole ali: lei già sapeva volare, con i suoi sogni ancora intatti, nonostante che quella miseria nera che abitava nella casa della sua infanzia ancora non avesse avuto modo di accorgersi della fine della guerra. Il boom che sarebbe arrivato era ancora lontano e intanto somigliava troppo al ricordo delle bombe sganciate dagli aerei. Era una farfallina che quando camminava per strada sembrava volare. Era sicura dei suoi passi e del suo futuro, che immaginava splendente di amore, baci e carezze, come ogni ragazza della sua età. Poi, il boom di un paese che si risolleva dalla macerie era iniziato, raggiungendo Sally in un’età più adulta. Il ragazzo dallo sguardo sfuggente le aveva infilato un anellino al dito che a lei sembrava qualcosa di prezioso e in un giorno di sole, vestita di bianco nella minuscola chiesa del paese, diventò sua moglie, giurandogli una fede che avrebbe distrutto i suoi sogni, proprio mentre la vita di tutti era diventata più facile e i sogni avevano modo di acquistare realtà.
Il cielo, quel giorno, sembrava troppo piccolo per riuscire a contenere quelle enormi nubi violacee che si abbassavano verso il suolo sempre di più. II sole stentava una breve resistenza, appariva e scompariva, come in una lotta corpo a corpo contro un gigante e deponeva, alla fine, come armi, i suoi raggi, lanciandoli a terra attraverso le nubi. Sally non esisteva già più da diversi anni. Per non trovarsi non si guardava più allo specchio, le sue ali erano sbiadite, e scoloriva la sua bellezza in abiti che la nascondessero all’attenzione e che coprissero i segni che avevano trasformato il suo corpo in una terra livida battuta dal vento. Era una cattiva moglie e una madre incapace, era distratta, era una delusione, le qualità che aveva avuto erano morte tutte nel bozzolo, senza svilupparsi. Si era convinta di quello che le diceva la voce del vento, mentre batteva e spezzava, alla fine era lei a prendersi anche la colpa dei piatti rotti se la figlia, che ormai era cresciuta, si alzava da letto ed arrivava in cucina a fare qualche domanda; perché se ancora le era rimasta una qualità era quella di mentire, sì, considerava una qualità non chiamare la violenza con il suo nome. Credeva che la violenza non ci fosse se non veniva raccontata, credeva che quella non fosse violenza e che fosse per qualche sragione anche giusto così. Sebbene in quei momenti temesse la morte almeno quanto la vita, i baci e le carezze amare del successivo pentimento li chiamava ancora amore. Poi, proprio quel giorno in cui cadevano i raggi dalle nubi, rientrando a casa, vide sua figlia a capo chino sui libri con indosso gli occhiali da sole e sotto le lenti scure riconobbe i segni lasciati dal vento. La violenza che non era mai stata raccontata , ora si doveva denunciare. Sally e sua figlia uscirono da casa mentre aveva appena cominciato a piovere, senza bagagli, pur sapendo che non ci avrebbero mai fatto ritorno, come si scappava sotto un bombardamento negli anni della guerra. Forse il sole, in quel cielo, aveva calato i suoi raggi proprio davanti a lei per donare di nuovo la luce a quella Sally che nessuno vedeva più e che neppure lei cercava.
La pioggia cadeva lenta e sottile in un silenzio che esisteva soltanto per loro, si scioglieva in un pianto che dava respiro: era un suono dolce, una bella canzone. Sì, proprio un bel rumore.
